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Il post odierno di Ladri di locandine vede protagonisti due leggende del mondo delle arti marziali, si tratta dell’indimenticato Bruce Lee e del mitico Chuck Norris,  al suo esordio in veste d’attore. Il film in questione è The Way of the Dragon (1972), meglio conosciuto in Italia con il titolo L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente. Ecco una scena leggendaria, lo scontro tra i due giganti:

Avete mai provato a scrivere su Google: Who Is Chuck Norris?

Eccoci qua pronti a rubare un’altra locandina!

Il mio nome è Shangai Joe è un film di Mario Caiano del 1972 con protagonisti Klaus Kinski e Chen Lee.

Shangai Jo vuol fare il cowboy, e riesce nel suo intento  a colpi di Kung-fu. Assunto alle dipendenze di Spencer,  si ribella quando i suoi colleghi sparano su dei messicani inermi. Spencer allora paga  quattro pistoleri per ucciderlo, ma per fermarlo occorre un campione della stessa scuola da cui proviene Shangai Joe.

Il film è ovviamente un cult che appartiene al filone Spaghetti western, sul quale potete trovare moltissime informazioni su questo sito.

Ecco una recensione a Ladri di locandine apparsa su «L’Unità» poco prima di Natale.

Tutti i sud del mondo di Maria Serena Palieri
Tre nuovi narratori, in questa stagione, ci invitano a scoprire in quanti modi non banali si possa declinare, oggi, la parola «Sud». Cominciamo con Graziano Versace che, classe 1964, esordisce con il romanzo Ladri di locandine per la nuova collana di narrativa della San Paolo. Versace è nato a Belmore, in Australia, e ora vive e insegna nel Messinese, a Sant’Agata di Militello.Ela storia che racconta hauna matrice autobiografica, visto che parla di un’emigrazione di ritorno e dell’alleanza che a Taurianova, nella Calabria degli anni Settanta, si instaura così tra due piccoli «diversi». Uno è Daniele, detto «Daniel Boone», un dodicenne nato come lo stesso Versace in Australia – un Sud del mondo – e tornato con la famiglia nel paese – un Sud d’Italia – da cui essa era partita, prima della sua nascita. Mentre Francesco, detto «Cesco Kid», più grande di pochi mesi, è lo sfortunato erede di una famiglia impegnata in una sanguinaria faida. Il primo, l’«australiano» comelo chiamano a Taurianova, fatica ad adattarsi, corroso com’è dalla nostalgia per il Paese che per i suoi genitori era terra d’esilio, ma per lui era terra natale. Mentre il secondo, figlio di un venditore di «zipanguli », angurie, benché sia un bravo scolaro è evitato da tutti, perché come dicono lì in città appartienea «gente brutta». Si sono ribattezzati con quei nomi da spaghetti western perché sono malati di cinema. Appena raggranellano cento lire, vanno a passare il pomeriggio nell’unica attrazione del paese, la sala Italia: adorano i film di kung fu e karaté, sono fans di Bruce Lee e di Clint Eastwood. Il loro amore, però, genera una manìa: quella per le locandine. Daniel e Cesco cominciano a rubarle, sia al cinema che al bar, e, com’è per i collezionisti, diventano prigionieri della loro ossessione, sempre più audaci man mano che il tempo passa. Ora, vi chiederete se quest’ossessione vada a finire male. No, il tocco nero nel romanzodi Graziano Versace nonviene da questo che resta un gioco innocente. Viene da altrove. Perché un giorno il padre di Cesco finisce morto ammazzato. E suo figlio è costretto con la madrea trasferirsi altrove, in un posto segreto, per troncare la catena della faida. E dunque addio amicizia, addio locandine, addio cinema per i due ragazzini, e addio tutto, per lo sfortunato Cesco. Ladri di locandine è un Nuovo cinema paradiso su pagina e senza affettazioni. È un buon romanzo che in una lingua piana, affettuosa, resuscita un pezzo d’Italia di periferia e un’epoca con le sue ristrettezze e la sua oscura folle violenza, e ci regala belle figure comequella – felliniana – del proiezionista Mandraffì, reduce da un passato di gloria a Cinecittà. E che, soprattutto, sa dipingere quel legame misterioso che è l’amicizia tra adolescenti.

Il film di oggi è davvero particolare, non perché si tratti di un remake, ma piuttosto perché il rifacimento è opera dello stesso regista della pellicola originale. Stiamo parlando di Angeli con la pistola di Frank Capra, girato nel 1961. L’opera è tratta da una commedia di Robert Riskin, Signora per un giorno, che Capra, regista italo-americano vincitore di ben tre premi Oscar, aveva già trasposto sul grande schermo nel 1933 mantenendo il titolo originale.
Ultimo film del regista, Angeli con la pistola può contare su un cast davvero notevole, con attori del calibro di Glenn Ford, Peter Falk (candidato all’oscar come miglior attore non protagonista) e Bette Davis.
Ambientato durante gli anni del proibizionismo, la vicenda ha come protagonista Dave “lo Sciccoso”, delinquente a capo di una banda di contrabbandieri, ma in fondo uomo dal cuore d’oro.

Oggi rubiamo la locandina di un film mitico, interpretato da uno dei più grandi attori della storia del cinema: Al Pacino. La pellicola in questione è Serpico, del 1973 diretta da Sidney Lumet. La sceneggiatura è tratta da una storia vera: Frank Serpico era un poliziotto italo-americano che lavorava a New York, un agente integerrimo che – smascherato il mal costume dei suoi colleghi, corrotti e conniventi con la delinquenza – venne dapprima emarginato e poi, durante un’irruzione, abbandonato nel momento del bisogno. Dei criminali gli spararono al volto, non colpendo però organi vitali. Ripresosi, Frank denunciò alla stampa e alle autorità la corruzione dei colleghi, ma alla fine fu costretto a emigrare in Svizzera per evitare possibili vendette. Per la sua intepretazione Al Pacino vinse un Golden Globe, il David di Donatello e ottenne la candidatura all’Oscar.
Chissà che cosa ha suscitato questo film nei nostri due ladri di locandine? Secondo me è certamente fra i loro favoriti.

L’ho letto tutto d’un fiato…è un libro tenero che parla di amicizia, di come possa nascere grazie a un interesse comune, la passione per il cinema, e crescere. Lo sfondo, anche se realistico, non è mai troppo in vista e la storia scivola via come una favola…mi dispiace solo per il finale, ma non voglio rivelare niente, poi magari guasto a qualcuno il piacere della lettura. Per me è un bel romanzo di formazione che va bene sia per ragazzi che adulti. Io però di tutti i film citati nel libro ne conosco si e no 4-5…mi sa che dovrò rimediare…certo che all’epoca il cinema era tutta un’altra cosa… le piccole sale dei paesini, l’attesa per novità che arrivavano in ritardo e venivano proiettate a lungo… sono nostalgica di un tempo che non ho conosciuto!

Calliope

Oggi rubiamo la locandina di Topkapi (1964), un film di Jules Dassin, regista americano di successo, che venne perseguitato e costretto a rifugiarsi in Francia durante gli anni del maccartismo.
Protagonisti del film furono Peter Ustinov – che con questa pellicola vinse il suo secondo Oscar come miglior attore non protagonista -, Maximilian Schell, Melina Mercouri – moglie del regista -, Akim Tamiroff e Robert Morley.
Chissà se Cesco e Daniele non si siano ispirati a questo film per gabbare il povero Mandraffì!

Cielo di piombo, ispettore Callaghan è il terzo dei cinque film interpretati da Clint Eastwood incentrati sulla figura di Harry Callaghan. Ancor più duro degli altri, qua troviamo un Callaghan relegato dietro la scrivania, ma solo per poco. Viene infatti richiamato per sventare il piano di due folli terroristi.
Il film, diretto da James Fargo nel 1976, vede come protagonista un Eastwood davvero in grande forma.
A presto per il prossimo “furto di locandine”!

Dopo aver “rubato” la locandina della Pantera Rosa, ecco il trailer (non è quello in italiano, ma fa ridere lo stesso!):

Abbiamo fatto un giro su aNobii ed ecco cosa abbiamo trovato:

Ladri di locandine mi ha riportato alla mente letture della mia – non troppo lontana eh! – gioventù. Al centro c’è un’amicizia, un’amicizia vera e spontanea, di quelle che normalmente nascono solo da ragazzi e molto – ma molto, molto, molto – più di rado in età adulta.
Ci sono due amici – Cesco e Daniele – uno figlio di un appartenente alla ‘ndrangheta e l’altro di emigrati italiani di ritorno dall’Australia. Ad accomunarli la passione per il cinema: sono così tanti i film citati che è impossibile ricordarli tutti: Lo chiamavano Trinità, Ladri di biciclette, Serpico etc etc.
I due: tra gelati, partite a pallone e film, a una certo punto rubano una locandina e da lì è tutto un susseguirsi di piccoli e innocenti “furti”, intervallati da gare sulla storia del cinema e stimolati dalla presenza di Mandraffì, il nuovo proiezionista di sala con un misterioso passato nel mondo del cinema a Roma.
Una storia leggera leggera, quando leggera vuol dire tenera e delicata, che fa subito pensare a Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore.

Max Vicius